Manovra Monti: liberalizzazione del commercio

A partire dal 1998, il commercio al dettaglio è stato oggetto di una graduale riforma, a corrente alternata, verso una maggiore libertà di scelta dell’esercente circa gli orari di apertura e chiusura dei negozi.

Data:
20 Febbraio 2012

A partire dal 1998, il commercio al dettaglio è stato oggetto di una graduale riforma, a corrente alternata, verso una maggiore libertà di scelta dell’esercente circa gli orari di apertura e chiusura dei negozi.

In particolare, il decreto legislativo n. 114/1998 ha consentito una maggiore flessibilità nella scelta, da parte dell’esercente, degli orari di apertura e di chiusura al pubblico, imponendo al tempo stesso una serie di limiti, per cui l’arco temporale di apertura e chiusura doveva comunque rispettare la fascia oraria dalle ore sette alle ore ventidue, non poteva estendersi per più di tredici ore giornaliere e doveva comunque essere fissato nel rispetto della chiusura domenicale e festiva dell’esercizio e, nei casi stabiliti dai comuni, della mezza giornata di chiusura infrasettimanale. Di diritto i negozi potevano restati aperti i giorni festivi di dicembre e otto domeniche o festività nel corso degli altri mesi dell’anno, mentre ogni altra deroga alla chiusura doveva essere concordata tra le organizzazioni di categoria e il comune. Solo i comuni ad economia prevalentemente turistica, le città d’arte o le zone del territorio dei medesimi potevano godere di una maggiore libertà determinazione degli orari di apertura e di chiusura, ma sulla base di scelte lasciate alla discrezionalità degli enti territoriali di riferimento.

Tale flessibilizzazione, con la quale il legislatore statale ha affidato un ruolo di primo piano alle regioni e agli enti locali nella modulazione degli orari, se rispettosa della competenza regionale in materia di commercio, si è tuttavia dimostrata poco coraggiosa, alla luce soprattutto di una tendenza da parte dei livelli territoriali di governo di limitare le possibilità di liberalizzazione offerte dal decreto legislativo.

Rispetto, dunque, a una certa rigidità dimostrata dalle regioni e dai comuni, il legislatore statale ha recentemente liberalizzato gli orari commerciali come misura per lo sviluppo economica, intervenendo tuttavia in via sperimentale e solo per le località inserite negli elenchi regionali dei luoghi a vocazione turistica e le città d’arte (art. 35, comma 6, decreto legge n. 98 del 6 luglio 2011, recante Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria e convertito con modificazioni dalla legge n. 11 del 15 luglio 2011).

La manovra Monti completa questa prima tappa di definitiva liberalizzazione degli orari, estendendo e consolidando nel tempo la misura a tutti gli esercizi commerciali, a prescindere dalla loro ubicazione.

Ultimo aggiornamento

18 Febbraio 2021, 19:45